Salvatore Ciulla

Fondatore del Gruppo Sportivo Aikido Italiano ed ex presidente dell'associazione, scomparso a Gennaio 2018 all'età di 47 anni, ha lasciato una moglie e due figli rispettivamente di 12 e 6 anni. Ciononostante i 3 sono legati indissolubilmente all'associazione, praticando e partecipando attivamente ad ogni iniziativa.

 

Persona buona, flemmatica e sempre disponibile, Salvatore Ciulla nasce il 26 Dicembre 1970 a Palermo. Nel corso della sua vita ha provato varie arti marziali, tra cui Judo e Wing chun, fino a quando, nel 1999 è entrato in contatto con l'Aikido che, fin da subito, lo ha appassionato.

Dopo anni di stage in Italia, nel 2005 viaggiò fino in Moldavia a dove conobbe il Maestro Ghenadie Topolinitchi e, grazie ai suoi insegnamenti, lo stesso anno conseguì lo Shodan.

Nel 2006 conferma la cintura presso l’Asi e da vita all'odierno Gruppo Sportivo Aikido Italiano con la qualifica di istruttore dello CSEN.

 

Negli anni a seguire affina la sua tecnica frequentando molti stage di Maestri come Christian Tissier, Hiroshi Tada, Tsuruzo Miyamoto, Philippe Gouttarde e soprattutto Nino Dellisanti, con cui organizzava almeno 2 stage annuali.

 

Nel 2014 decide di affiliarsi con ACSI, divenendo i responsabile della stessa per il centro Italia; avvia molti progetti con i Maestri Michele Mazzi, Massimiliano Perini e Francesco De Leo, senza chiudersi comunque in questo piccolo è frequentando molti altri Maestri. Tra questi: Gianni Romagnoli, Marco Vivoli, Marco Mannocchi e Massimo Donati.

 

Dedito alla pratica assidua e sempre aperto a novità ha permesso ad Alessandro Meloni e Chiaraluna Astore di divenire i suoi bracci destri, permettendo loro di conseguire dapprima i rispettivi Nidan e Shodan e successivamente la qualifica di Istruttore di I livello.

 

Scompare a causa di un arresto cardiaco nel 2018, lasciando l'associazione nelle mani di Alessandro, Chiaraluna e la moglie Lilia, i quali, dopo aver superato dubbi ed aver affrontato situazioni delicate e talvolta spigolose, proseguono l'attività che Salvatore aveva creato ed amava, accompagnando sullo stesso "Do" i figli, Francesco e Giorgio.


"il mio do..."

"E siamo alla fine del mio percorso, o almeno, a dove ho camminato finora...

[...]

Certo è che vedere tutta la strada percorsa, il mio Do, mi appaga. A volte si sente dire di non guardarsi mai indietro, non sono d'accordo! Indietro bisogna voltarsi per ricordare da dove siamo partiti, e cercare di non dimenticarlo mai, altrimenti ci smarriamo."

 

Contenuto estratto dal libro "Il mio Do", breve autobiografia di Salvatore

che solo pochi dei suoi allievi hanno la fortuna di possedere.

 

Ricordandoti con affetto,

 

il Gruppo Sportivo Aikido Italiano

 

 


"Di che materia sono fatti i sogni?

Per Salvo questa materia era la sua famiglia, il suo lavoro fanciullesco, la passione in quello che faceva... Il siciliano e il toscano fusi in un individuo...

L'Aikido era parte di questa materia. Ora tocca a chi lo ha conosciuto tenere nei giorni che verranno questi sogni...

E chi potrà, vorrà, sarà comunque vicino!

Ciao Salvo!"

 

Nino Dellisanti Shihan


"Il Do, la strada che percorriamo, non è fatta del solo percorso marziale, È la nostra vita, i nostri affetti ed i nostri incontri.

Aikido non è sport,  Aikido è ciò che ci circonda,  Aikido è ciò che siamo."

A.M.